LA MORTE DI PAPA FRANCESCO

Lunedì 21 aprile, lunedì dell’Angelo, la giornata è iniziata con la notizia  della morte di Papa Francesco. Lo avevamo visto, il giorno prima, giorno di Pasqua impartire la santa benedizione e fare il giro con la papamobile tra la folla presente in piazza San Pietro. È stato quello il suo ultimo saluto e il suo abbraccio con i suoi fedeli.

Come diocesi di Napoli abbiamo celebrato una santa Messa in suffragio di Papa Francesco giovedì 24 aprile. Quelle che seguono sono alcuni passaggi dell’omelia che il nostro card. Don Mimmo ha fatto.

“Sorelle e fratelli,

oggi siamo qui come un’unica famiglia, in comunione con tutta la Chiesa universale, per ringraziare il Signore per il dono immenso che Papa Francesco è stato, non solo per la Chiesa, ma per il nostro tempo e per questo mondo così bisognoso di testimoni credibili, di profeti coraggiosi, di annunciatori del Vangelo e difensori dei poveri. […]

Si, Francesco ha portato nel corpo i segni della fatica e del dolore ma li ha trasformati in preghiera, in olio versato sul mondo ferito. Non ha trattenuto il dolore, l’ha consegnato. Donandosi fino alla fine. E poi il suo affidarsi a Maria, tenero e filiale, lontano da ogni formalismo. A lei ha affidato la sua vita e da Papa ancor di più ha sentito il bisogno quasi fisico di essergli vicino, affidandogli e raccontandogli i suoi viaggi, i suoi passi, le sue decisioni, le sue intenzioni. In fondo il suo continuo pellegrinaggio alla Basilica di Santa Maria Maggiore ha significato proprio questo. E come un figlio che desidera essere sepolto vicino alla propria mamma, ha disposto che il suo corpo riposasse lì, in modo semplice, nella nuda terra, senza ornamenti, con solo un nome: “Franciscus”. Come a dire: non contano i titoli, conta chi sei. A chi appartieni. E lui apparteneva al Vangelo, a Cristo, e a Colei che lo ha portato in grembo, Maria.[…]

Grazie perché ci hai fatto vedere un volto di Chiesa che somiglia di più a quello di Gesù. Grazie per aver difeso fino alla fine la Pace.

Grazie, Francesco, perché hai amato il Signore e perché ci hai amati. E questo, no, questo non si dimentica. E vorrei che tu sapessi che anche noi ti abbiamo amato e continueremo ad amarti. Come Chiesa di Napoli – che da te si è sentita guardata, capita, abbracciata – vogliamo affidare te e la Chiesa universale che hai servito fino alla fine a Colei sotto il cui sguardo hai voluto che il tuo corpo riposasse;

Maria, madre tua e madre nostra:
Maria, Madre nostra,
Madre della Chiesa,
Donna della tenerezza
e Madre di Misericordia,
oggi ti affidiamo papa Francesco,
servo umile del Regno,
voce limpida tra le contraddizioni di questo nostro tempo,
messaggero e testimone della Pace.

Tu lo hai visto chinarsi sui volti feriti dei poveri,
accarezzare il dolore del mondo
e spezzare il pane con chi aveva fame
d’amore e d’accoglienza.
Lo hai accompagnato quando ha gridato
che nessuno si salva da solo,
che la Chiesa è madre
e deve cercare ogni suo figlio,
che il perdono è più forte del giudizio.

Accoglilo ora tra le tue braccia
e ponilo accanto a tuo Figlio
che ha cercato, seguito e servito.
Accoglilo come si accoglie chi ha dato tutto,
chi ha consumato la vita
a servizio della gioia altrui.
Accoglilo come si accoglie un figlio stanco,
che dopo aver camminato tanto
ha bisogno solo di riposare
e godere della gioia di casa.

E tu, Madre nostra, mentre ti prendi cura di lui,
resta con noi e prendici per mano.
Oggi più che mai.

Resta con questa Chiesa che
Papa Francesco ha amato,
con questa barca spesso sbilenca ma innamorata del tuo Figlio,
che continua a prendere il largo
anche quando ha paura.
Resta con noi, popolo pellegrino,
che ancora cerca strade e parole per dire Dio
a un mondo assetato di senso e di significato.

Resta con noi, e insegnaci
come hai insegnato a Papa Francesco,
ad avere un passo
capace di non lasciare indietro nessuno
e un’ostinata fiducia nella bontà di ogni uomo
e dell’intero creato.

Sostieni la nostra fede,
aiutaci a custodirla come il tesoro più prezioso
e a viverla ogni giorno,
nella concretezza delle piccole cose,
lavandoci i piedi gli uni gli altri.

Liberaci dalle paure che ci trattengono
nei recinti comodi del sacro,
da riti che non toccano il cuore
e da parole di verità che non sanno incontrare
i volti e parlare ai cuori.

Rendici profeti della prossimità,
artigiani della pace,
testimoni di un Dio che in Cristo
si fa vicino ad ogni uomo e ad ogni donna,
soprattutto a coloro che sono stanchi,
affaticati, al margine della strada.

E quando ci sentiremo soli,
fermi, o disorientati,
ricordaci che la vita risorta
passa anche dalle crepe,
che il Regno si costruisce a mani nude,
e che il Vangelo è ancora la notizia
più bella che possiamo annunciare.
Proprio come ci ha insegnato papa Francesco.

Amen.”

Don Mimmo Battaglia ,Card. Arcivescovo di Napoli


Decreto indizione del Sinodo Diocesano

In tutte le diocesi è iniziato il 18 ottobre 2021, il cammino di preparazione per il sinodo voluto da Papa Francesco con il tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione».

In coincidenza con il cammino di preparazione al sinodo della chiesa universale, il nostro arcivescovo ha convocato il XXXI Sinodo della Chiesa di Napoli, di cui, al seguente link si può leggere il decreto di indizione


PREGHIERA ALLA MADONNA DI PIEDIGROTTA